Se pensiamo all’intelligenza artificiale di Google il nome di Gemini è ormai quello che ci viene subito in mente, anche perché Big G lo ha incluso in quanti più suoi servizi possibile (e ancora non ha finito!). Ma la verità è che Gemini non è l’unico progetto AI su cui Google sta lavorando.

Esistono altri strumenti, molto più potenti e specializzati, pensati per chi vuole usare l’intelligenza artificiale in modo più avanzato e specifico. Tra questi ne abbiamo analizzati 3 nel video che trovate qui sopra, dal quale questo articolo trae spunto, perché ci sono cose che Gemini non può fare, ma che questi altri tool risolvono alla grande!

Tra tutti gli strumenti di Google, AI Studioè quello che più mette in crisi l’idea classica di Gemini.

Se l’interfaccia che conosciamo è semplice e guidata (un po’ come parlare con un cameriere al ristorante), qui si entra in un vero laboratorio per l’intelligenza artificiale, pensato per chi vuole capire, sperimentare e creare (un po’ come parlare direttamente con il cuoco).

Il punto forte è la possibilità di scegliere il modello di IA da utilizzare, anche tra quelli meno recenti o in anteprima. Ma non è tutto: si possono modificare parametri come la temperatura, che regola la creatività delle risposte, e monitorare token, latenza e comportamento del modello. È un ambiente completo, utile per capire fino in fondo come lavora Gemini.

Ma AI Studio non è solo tecnico. C’è anche Gemini Live, che permette di parlare con l’assistente in tempo reale, usando la voce, la webcam o condividendo lo schermo. Il risultato è una conversazione molto più fluida e naturale rispetto a quella su Gemini.com, anche grazie alle tante voci in più presenti e a vari parametri di configurazione disponibili.

In più, lo strumento integra un’area per la generazione di contenuti multimediali: testi, immagini, audio e brevi clip video. Si possono persino simulare dialoghi tra voci artificiali, leggere prompt in stile podcast o produrre piccole scene con attori virtuali. È un playground per chi vuole creare contenuti in modo rapido e creativo.

Infine, c’è la sezione per sviluppatori, che consente di costruire app basate su Gemini, chatbot, prototipi interattivi e strumenti personalizzati. Tutto direttamente nella piattaforma, senza bisogno di scrivere codice da zero.

Google AI Studio è in pratica lo strumento per usare i LLM di Google alla massima potenza. Ci vuole magari un po’ a familiarizzare con l’interfaccia, ma dopo averci fatto l’abitudine gemini.google.com lo cancellerete dai preferiti!

A differenza di Gemini, che risponde sulla base del proprio addestramento e delle informazioni disponibili online, NotebookLM lavora direttamente sui contenuti che carica l’utente. È uno strumento pensato per organizzare, analizzare e rielaborare i datiche gli proponiamo, ed è molto più utile di quanto sembri a prima vista.

È possibile caricare PDF, .txt, Markdown, e file Audio, oppure linkare direttamente pagine web o video YouTube, o ancora collegarsi al proprio Google Drive, o incollare direttamente del testo copiato. L’IA si occuperà di leggerli, sintetizzarli e restituirci informazioni precise e contestualizzate. In pratica potremo chattare solo di quello che abbiamo condiviso.

Il bello è che, rispetto alle IA “canoniche”, NotebookLM non si inventa nulla: ogni risposta è accompagnata da un riferimento preciso alla fonte, così possiamo sempre verificare da dove arriva la risposta.

NotebookLM è nato per lo studio, ma in pratica è uno strumento così versatile che non ci sono limiti al suo impiego. Addirittura, se non abbiamo del materiale specifico a disposizione, possiamo direttamente scrivergli cosa vorremmo imparare e sarà lui a procurarsi delle fonti (che poi magari dovremo verificare).

Oltre ai riassunti, può generare mappe mentali, elenchi di FAQ, domande per l’autovalutazione e perfino una sintesi audio in stile podcast (AI Overview), leggibile direttamente dalla piattaforma e scaricabile a piacimento.

ll suo vero punto di forza è che funziona su ciò che gli dai tu, non su un sapere generico. È ideale per approfondire, analizzare, preparare una lezione o semplicemente riorganizzare una grande mole di informazioni. Ed è affidabile, proprio perché per sua natura molto meno prono alle allucinazioni rispetto ai classici LLM.

Di Edge Gallery abbiamo parlato giusto ieri, quindi non ci dilungheremo molto.

Il sunto è che si tratta della possibilità di eseguire in locale, sul proprio smartphone Android, dei modelli linguistici, che quindi funzionano senza bisogno di accesso alla rete, garantendo una maggiore privacy rispetto alle versioni online.

Il rovescio della medaglia è che non possono navigare alla ricerca di informazioni aggiornate, ma per tutto il resto sono un alleato prezioso, che funzionerà sempre e comunque.

È possibile chattare, analizzare immagini e anche sperimentare con alcuni strumenti, come quelli per la programmazione o la correzione del testo.

Anche solo per curiosità, è utile dargli una chance: non costa niente, letteralmente.

Nel video della settimana scorsa ci eravamo lamentati di come l’IA rendesse pigri. In realtà la pigrizia è l’anima del progresso: tendenzialmente inventiamo qualcosa per non fare più qualcosa che facevamo prima. Basta poi che questo approccio ci renda sempre curiosi di scoprire qualcosa di nuovo, e non di sedersi sugli allori di una nuova tecnologia.

In questo senso, Gemini va bene per iniziare, ma dobbiamo anche comprendere i suoi limiti, limiti che questi tre tool IA superano, ciascuno a modo suo.

Google AI Studio serve a sperimentare e a creare, con un’interfaccia avanzata e una libertà totale nel personalizzare il comportamento dell’IA. NotebookLM trasforma documenti e fonti personali in conoscenza strutturata, perfetta per studiare o fare ricerca. Edge Gallery mostra che l’intelligenza artificiale può essere anche locale, veloce, e senza cloud.

Il punto è proprio questo: non lasciare che l’IA faccia tutto al posto nostro, ma trasformala in uno strumento, da usare con forme e modi diversi a seconda di quello che dobbiamo fare, per aiutarci a essere molto più produttivi (e non solo pigri).

L’articolo 3 IA di Google che sono anche meglio di Gemini sembra essere il primo su Smartworld.