Il primo impatto con Mario Kart World è al tempo stesso incredibile ed estraniante. È sorprendente infatti constatare la vastità dell’open world in background, un’enorme distesa di piste e scorci che si dispiegano dietro il menù principale, e, allo stesso tempo, rimanere colti di sorpresa dalla scelta di relegarne l’esperienza ad un semplice contorno.
Appena avviato il gioco, si ha la percezione di entrare in un vero parco giochi: sullo sfondo scorrono altri kart in corsa libera, come in una simulazione continua che prosegue mentre voi esplorate il menù. In basso a destra compare l’icona “+”, che invita a premere il pulsante corrispondente per entrare propriamente nella modalità di esplorazione libera, senza alcun caricamento: basta un attimo e vi ritrovate immediatamente al volante del kart sullo sfondo, immersi in un mondo enorme e senza interruzioni.
Questa soluzione tecnica è indubbiamente notevole, la transizione istantanea fra menù e mappa esplorabile è fluida e sinceramente emozionante, e il contesto visivo è curato e vivo come non mai, bellissimo Nella definizione, nei colori e nella fluidità a 60 fps.
Peccato però che, oltre a qualche sfida sparsa e a pochi collezionabili, non vi sia alcuna vera progressione né la varietà di eventi tipica di un Forza Horizon, a cui Mario Kart World sembra guardare con evidente ispirazione.
L’idea di un “mondo che respira” c’è tutta, ma manca la carne al fuoco: non ci sono feste di strada, gare improvvisate o attività secondarie in grado di rendere quell’open world davvero dinamico. Forse arriveranno in futuro con aggiornamenti, ma, al lancio, l’impressione è che il motore tecnico fosse pronto, mentre il contenuto non ancora del tutto maturo. Ma vale la pena procedere con ordine.
Superato il breve smarrimento iniziale, si torna allora al menù e si scelgono le modalità più familiari: Gran Premio, Battaglia, Prova a Tempo, Sfida e la nuovissima Sopravvivenza. E quando si arriva finalmente in pista, guarda caso, Mario Kart World mostra tutte le sue potenzialità.
Prima di tutto, su ogni circuito si schierano 24 piloti, un balzo considerevole rispetto agli schemi a 12 a cui eravamo abituati. Questo si riflette immediatamente sul design, perché le piste sono più ampie, ariose, scandiscono un ritmo di gara a più ampio respiro che invita a sorpassi più arditi e a traiettorie spettacolari.
Il nuovo sistema di guida valorizza la nuova spaziosità. Il kart ora può grindare sulle ringhiere, eseguire salti a parete e sfruttare un’impalcatura fisica più convincente. Ogni derapata sprigiona scie di scintille, ogni atterraggio restituisce un piccolo sobbalzo realistico delle ruote sul terreno: il feeling di guida è tangibile, tattile, è davvero eccezionale sui polpastrelli.
Rispetto alle piste di Mario Kart 8 Deluxe, più schematiche e ricche di scorciatoie studiate anche per sottolineare lo spettacolare effetto cambio di gravità, queste nuove corse assomigliano ad un grandioso parco a tema: si va dalle piste che celebrano Donkey Kong alle sontuose sale del castello di Peach, fino ai corridoi spettrali tanto “cari” a Luigi, più grandi proprio per ospitare il nuovo caos.
Non mancano però zone d’ombra: le sezioni in acqua restituiscono ottime sensazioni, grazie a un’ottima resa visiva e a una risposta al timone sempre precisa, mentre quelle in volo risultano un po’ “impastate”. Ci saremmo aspettati una maggior reattività degli alianti, soprattutto per un titolo che mira a fare del dinamismo la propria cifra stilistica. Nel complesso, tuttavia, la sensazione di guida in Mario Kart World è così piacevole e variegata da risultare un bel passo in avanti, in generale.
Detto ciò, nel giro di appena due ore al massimo, avrete portato a termine l’intero Gran Premio e messo gli occhi su tutte le piste offerte dal gioco. Ed è proprio in quel momento che arriva la sensazione di amaro in bocca: dopo un vorticoso girovagare in un ottovolante visivo spettacolare, vi ritrovate già ai titoli di coda.
La progressione è incredibilmente semplicistica e, francamente, un po’ “antica”: accumuli cento monete e sblocchi un veicolo, completi i Gran Premi e ottieni un nuovo personaggio. Completando attività come eseguire un certo numero di trick in volo o percorrere tot chilometri, guadagni qualche adesivo da sfoggiare nel profilo, ma si tratta di premi di scarso valore.
Il problema non è tanto la quantità di contenuti, che in sé non è affatto risicata, quanto la modalità con cui sono distribuiti: si ha l’impressione di seguire un percorso già visto, privo di quei guizzi di creatività che invece la nuova struttura sembra suggerire.
Vale però la pena soffermarsi sulla novità più pubblicizzata di Mario Kart World, nonché la migliore, ovvero la modalità Sopravvivenza, una rilettura della battle royale che sfrutta al massimo l’ampio open world di fondo.
Pur non essendo un’idea del tutto originale, visto che già in Forza Horizon e The Crew abbiamo visto gare ad eliminazione ambientate in spazi aperti con veicoli multipli e cambi di scenario continui, è qui che Nintendo dimostra tutta la sua maestria nel calibrare ritmo e varietà.
Si parte in 24 piloti, lanciati senza interruzioni lungo un percorso che fonde più piste in sequenza: non ci sono caricamenti né stacchi, il tracciato si dilata e si “trasforma” mentre sfrecciate da un checkpoint all’altro. Ad ogni fase, i giocatori nelle posizioni di coda vengono eliminati, fino a giungere ad un epico scontro tra 4 giocatori.
Questo sistema elimina qualsiasi effetto di routine, costringendo a padroneggiare in fretta ogni tipo di tracciato, dalle curve strette ai lunghi rettilinei, dai salti a muro ai tunnel acquatici.
Tecnicamente, poi, il motore regge in modo sorprendente: il passaggio tra ambienti diversi è fluido e privo di incertezze, e la sensazione di immersione è amplificata dalla meravigliosa colonna sonora e dagli effetti sonori incalzanti.
Dal punto di vista ludico la Sopravvivenza si conferma la componente più avvincente, senza alcun dubbio. Correre e sopravvivere in un flusso continuo di sfide dà una carica di adrenalina unica, soprattutto se condivisa in locale o online con amici. Insomma, se c’è un motivo per tornare in pista ogni volta, è proprio questo lungo, coinvolgente percorso a eliminazione.
Delude però un aspetto, cioè che le piste della Sopravvivenza non sono poi molte, cioè solo otto rally preimpostati che attraversano i vari luoghi, così come quelle della Battaglia, delle arene nelle quali prendersi a gusciate contro gli altri piloti: se ne contano anche qui otto.
Il vero tallone d’Achille di Mario Kart World è la progressione, strettamente legata, eppure inspiegabilmente scollegata, dall’open world. Se la modalità Sopravvivenza sfrutta a dovere il mondo aperto, combinando le piste in un flusso unico di eliminazioni, il resto dell’esperienza fatica a trovare un filo conduttore soddisfacente.
Di piste il gioco ne offre una trentina, circa metà del tutto inedite, e di personaggi ben una cinquantina con relativi costumi. Tuttavia, sbloccarli diventa fin troppo casuale e, alla lunga, poco gratificante. I veicoli, per esempio, si ottengono accumulando monete: ogni 100 raccolte scatta uno sblocco “a sorpresa”, che assegna un kart o una moto senza alcuna garanzia di varietà o di preferenza. la diffusione di una quarantina di mezzi diversi avrebbe poi meritato una componente di personalizzazione (come in Mario Kart 8 Deluxe), anziché un’estrazione del tutto randomica.
Ancora più confusionaria è la gestione dei costumi di alcuni personaggi: esistono piloti semplici e piloti a costumi variabili, che sono poi i principali come Mario, Luigi e compagni. Questi ultimi cambiano outfit mangiando cibo da asporto che si trova in gara, ottenendo anche un boost turbo. Tutti i costumi in realtà diventano dei personaggi da scegliere nell’infinito, e caotico, menù di selezione del pilota.
E dunque arriviamo al problema dell’open world, di quella Corsa Libera che dovreste vedere un po’ come anti-stress, anche se di stress se ne accumulerà non poco vista la difficoltà di alcune sfide.
Ogni volta che lo si desidera, basta premere “pausa” nel menù per ritrovarsi a esplorare un vasto ambiente a ritmo libero.
Nascoste tra i sentieri troverete alcuni collezionabili, utili unicamente per sbloccare adesivi, e grandi pulsanti con la P che danno il via a sfide a tempo. Queste ultime variano dal superare un treno in corsa, fino alla raccolta di monete tramite acrobazie o un classico raggiungimento di checkpoint.
Il concetto è buono, ma l’esecuzione pecca di coerenza, di qualità della vita, non c’è valorizzazione attenta dei contenuti. Non viene mai indicato il livello di difficoltà prima di innescare la sfida, e il premio, un semplice adesivo, stona con la fatica richiesta.
Alcune prove risultano davvero troppo punitive, altre sono divertenti ma prive di una ricompensa gratificante gratificante. Dato il potenziale di un mondo così ampio, sarebbe stato più appagante ricevere un premio di maggior valore: costumi esclusivi, livree particolari per i kart o addirittura veicoli bonus, così da premiare l’esplorazione e le abilità acquisite.
Si sarebbe potuto giocare proprio con la stesura di eventi assurdi, magari puntando a gare solo acquatiche, solo in volo, solo con le moto, qualcosa che potesse giocare con le regole di Mario Kart in un open world. Ed invece tutto questo è solo abbozzato.
Mario Kart World è disponibile in esclusiva per Nintendo Switch 2: la versione fisica è prezzata a 89,99€, mentre quella digitale a 79,99€. Si tratta del prezzo più alto mai raggiunto da un titolo Nintendo. La cifra digitale è in linea con le produzioni tripla A di rilievo, mentre quello fisico setta un nuovo standard. Il consiglio è quello di acquistare Nintendo Switch 2 nel bundle con Mario Kart World, così da pagarlo solo 40€.
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