È successo in Francia, ma riguarda tutti noi. Netflix ha firmato un accordo storico con il principale broadcaster del paese, TF1, che trasmetterà i suoi canali televisivi e contenuti in diretta direttamente sulla piattaforma streaming. Una mossa che cambia le carte in tavola, perché non si tratta più solo di concorrenza tra TV tradizionale e streaming: Netflix adesso è, a tutti gli effetti, televisione.

Non è un test, né un piccolo esperimento. A partire dall’anno prossimo, gli utenti francesi troveranno dentro Netflix non solo serie e film on demand, ma anche canali lineari, eventi sportivi in diretta e produzioni classiche da palinsesto TV. Un passaggio simbolico, certo, ma anche un primo passo concreto verso un futuro in cui tutto passa da una singola piattaforma.

TF1, il principale gruppo televisivo commerciale in Francia, ha deciso di abbandonare la gara in solitaria dello streaming. Invece di puntare tutto sulla propria piattaforma, ha scelto di trasferire i suoi cinque canali lineari direttamente dentro Netflix, insieme a oltre 30.000 ore di contenuti on demand.

Parliamo di programmi molto popolari in patria come The Voice, fiction locali come Brocéliande, ma anche eventi sportivi in diretta, compresi i match della nazionale francese di calcio e altre competizioni come il basket.

Per la prima volta Netflix diventa il contenitore ufficiale di un’intera offerta televisiva nazionale. E lo fa ospitando anche la diretta lineare, quella “vecchia scuola”, che fino a ieri sembrava l’antitesi dello streaming.

I dettagli economici dell’accordo non sono stati resi pubblici, ma tutto fa pensare a un modello ibrido con una condivisione dei ricavi pubblicitari — possibile ora che anche Netflix ha abbracciato l’advertising — e forse anche dei nuovi abbonati portati dalla partnership.

Anche se riguarda solo il mercato francese, questo accordo è un segnale forte e chiaro per tutta l’industria televisiva globale. Netflix non si limita più a sottrarre pubblico alla TV tradizionale: ora ne ingloba i contenuti, i formati e il modello stesso di trasmissione.

Greg Peters, co-CEO di Netflix, lo ha detto senza mezzi termini: molti utenti “oggi pensano alla TV come a Netflix”. E se le persone associano il concetto stesso di televisione alla piattaforma, è naturale che i canali decidano di trasmettere direttamente lì.

Il punto di svolta è stato l’arrivo della pubblicità su Netflix, che rende possibile un modello sostenibile per chi, come TF1, ha sempre vissuto di spot e palinsesto fisso. Ora che l’advertising è sul tavolo, i broadcaster possono entrare nell’ecosistema Netflix senza perdere le proprie fonti di reddito.

Il messaggio è chiaro: se vuoi raggiungere il pubblico, non basta più una tua app o un sito. Devi essere dove sono già gli spettatori. E oggi, quelli spettatori sono su Netflix.

L’accordo tra TF1 e Netflix non è solo un evento isolato: potrebbe essere l’inizio di una nuova fase del mercato dello streaming. Se funziona, è facile immaginare che altri network — in Europa e non solo — inizino a valutare soluzioni simili.

Amazon, ad esempio, ha già cominciato a offrire canali TV in diretta sulla sua piattaforma Prime Video. Ma Netflix ha un pubblico più ampio e un potere d’aggregazione molto superiore. Se altri broadcaster seguiranno, potrebbe nascere un nuovo modello ibrido: contenuti in diretta, on demand e pubblicità, tutto in un’unica interfaccia.

Disney potrebbe rispondere con una strategia simile, magari aprendo il proprio ecosistema a terze parti su Disney+ o sul futuro servizio ESPN dedicato allo sport. E anche YouTube o Apple TV+ potrebbero decidere di uscire dalla loro attuale posizione ed entrare nel gioco aggregativo.

La televisione come l’abbiamo conosciuta sta cambiando forma, e questo accordo è una delle prime prove concrete di ciò. Se Netflix diventa il contenitore, tutti gli altri dovranno decidere se restare fuori… o trovare un modo per entrare.

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