Lo dice chiaro e tondo anche il nome dell’app, che abbiamo fotografato nell’immagine di apertura: “Google Gemini su Wear OS“, ovvero il chatbot basato su IA di Google a portata di polso e quindi sempre raggiungibile con facilità e rapidamente. Ma attenzione, perché a dispetto del nome Gemini non è ancora arrivato su tutti i Wear OS.

Ricapitoliamo: nella serata di ieri, Google ha annunciato l’arrivo di Gemini su Wear OS. Come conseguenza di ciò, l’app di “Assistant” sul Play Store per Wear OS è stata aggiornata in “Google Gemini su Wear OS”, ma questo è solo un cambio di nome.

A dispetto infatti della nuova icona per l’app e dei nuovi screenshot, ci sono buone probabilità che l’effettiva data di aggiornamento dell’app sia rimasta al 3 giugno scorso e il suo numero di versione sia ancora 1.21.x. Per avere effettivamente Gemini su smarwatch occorre invece il passaggio al numero 1.22.5.780344288 (o almeno questa è la versione con la quale alcuni utenti l’hanno ricevuto).

Google ha infatti specificato che il rilascio richiederà qualche settimana e che Gemini arriverà su tutti i Wear OS 4 e successivi, ma ci vorrà appunto del tempo.

La differenza d’uso effettiva tra Assistant e Gemini dovrebbe un po’ essere come tra il giorno e la notte. Non solo potremo avere delle vere e proprie conversazioni, con risposte a domande anche molto complesse e continui follow-up, ma potremo anche controllare lo smartwatch come (e meglio di come) facevamo con Assistant. Google ha fatto alcuni esempi illuminanti:

Gemini “legge” le altre app: possiamo chiedere “Dov’è il caffè di cui Emily mi ha parlato via e-mail?“, con un notevole risparmio di tempo rispetto ad aprire Gmail, trovare l’email in questione e passare l’indirizzo a Google Maps. Allo stesso modo possiamo chiedere a Gemini di riassumere una email o altri messaggi.
Inviare messaggi auto-magici: “manda un messaggio a Nadja scusandomi per il ritardo“; con Assistant avremmo dovuto dettare noi il messaggio, che sarebbe stato breve e probabilmente pieno di errori, qui invece lo creerà l’IA al posto nostro (possiamo sempre correggerlo poi).
Playlist al bisogno: “Crea una playlist per 10 minuti di corsa“, ben più rapido che dover fare tutto a mano.
Panificazione avanzata: “Aggiungi le prossime 5 partite di Baseball di mio figlio al mio calendario”, previo accesso di Gemini a dette informazioni.
Memoria da elefante: “Ricordati che ho parcheggiato al secondo livello sotterraneo, posto 52“, oppure “ricordami di comprare il lievito dopo lavoro“.

Gemini può insomma fare molto più lavoro al posto nostro rispetto ad Assistant e al contempo può rispondere a qualsiasi domanda gli poniamo, senza i vincoli che invece l’Assistente Google ha sempre avuto.

Ovviamente non va presa ogni cosa detta dall’IA come oro colato, ma la soddisfazione di dire addio ai vari “non ho capito” o a risposte mal tradotte e parziali non ha prezzo. Speriamo solo di poterci mettere la mani sopra prima, piuttosto che poi.

L’articolo Google Gemini su Wear OS è realtà, ma occhio alla versione dell’app sembra essere il primo su Smartworld.