Temu finisce sotto inchiesta da parte dell’Unione Europea. La popolare piattaforma di e-commerce cinese è ora ufficialmente indagata ai sensi del Digital Services Act (DSA), il regolamento europeo che impone standard più severi per la sicurezza online e la trasparenza nei marketplace digitali.

Secondo Bruxelles, Temu non avrebbe fatto abbastanza per proteggere i consumatori da prodotti illegali o pericolosi, e non garantirebbe un sistema efficace per segnalare e rimuovere contenuti dannosi. Ma i problemi non si fermano qui.

La Commissione Europea ha aperto un’indagine formale nei confronti di Temu, in base alle disposizioni del Digital Services Act, il regolamento che impone obblighi specifici alle piattaforme digitali con oltre 45 milioni di utenti attivi in Europa. Temu è stata classificata come Very Large Online Platform (VLOP) nel maggio 2024, e da allora è tenuta a rispettare requisiti più stringenti.

Secondo l’accusa, Temu non ha valutato correttamente i rischi legati alla vendita di prodotti illegali e non sicuri. La Commissione segnala una scarsa tracciabilità dei venditori, meccanismi di moderazione opachi e procedure inefficaci per la rimozione di articoli pericolosi, compresi quelli vietati dalla normativa UE.

L’indagine nasce anche a seguito di diverse segnalazioni da parte di autorità nazionali per la tutela dei consumatori, che avevano già evidenziato la presenza di migliaia di prodotti non conformi venduti sulla piattaforma. A destare preoccupazione è in particolare la quantità di merce priva di marcatura CE o potenzialmente dannosa per la salute.

L’indagine della Commissione non riguarda solo la sicurezza dei prodotti, ma anche altri ambiti critici del funzionamento di Temu. In particolare, Bruxelles accusa la piattaforma di mancanza di trasparenza sugli algoritmi di raccomandazione, assenza di strumenti per garantire la protezione dei minori e scarsa collaborazione con le autorità di controllo.

E a questo, aggiungiamo noi, ci sarebbe anche da considerare le pubblicità video sui canali social e quello che promettono o anche le mail o le notifiche promo con la promessa di crediti di rimborso, prodotti gratis e persino email che vi fanno credere che sia stato consegnato qualcosa.

Questi elementi sono considerati violazioni potenziali del DSA, e potrebbero tradursi in sanzioni molto pesanti, fino al 6% del fatturato globale annuo della società. Temu ha ora a disposizione un periodo per fornire chiarimenti e adeguarsi, ma la Commissione può decidere di imporre misure correttive anche in corso d’opera.

L’inchiesta segue quella già avviata contro AliExpress, e conferma l’intenzione dell’UE di monitorare più da vicino i marketplace cinesi che operano in Europa. In parallelo, diversi paesi stanno valutando azioni legali autonome, soprattutto in relazione alla vendita di prodotti pericolosi o contraffatti.

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