OpenAI ha presentato una delle novità più attese da ChatGPT: l’agente, una sorta di unione tra l’Operatore annunciato mesi fa e la funzione Deep Research. In poche parole un operatore potenziato, capace di svolgere compiti complessi dall’inizio alla fine, non solo sul web, utilizzando direttamente un computer virtuale.
Da “semplice” generatrice di contenuti, l’IA diventa letteralmente un agente: una entità che fa le cose la posto nostro, in modo concreto e operativo. Dalla pianificazione di viaggi all’organizzazione di una cena tematica, fino all’analisi di mercato o alla compilazione di moduli online, l’agente di ChatGPT promette di automatizzare attività reali, sfruttando strumenti di navigazione e integrazione con il web. Ma cosa sa fare davvero? E quanto è sicuro lasciargli così tanto controllo?
L’agente di ChatGPT nasce per eseguire attività complesse in autonomia, combinando le funzionalità già note di navigazione web e deep search con una nuova capacità operativa: quella di usare un computer virtuale, simulando l’interazione con un browser per portare a termine incarichi concreti.
A differenza del ChatGPT tradizionale, che risponde con testo o immagini, l’agente può compiere azioni reali, come effettuare ricerche online, compilare form, preparare documenti o procedere con acquisti. Per capirci meglio, OpenAI ha fornito alcuni casi d’uso che danno un’idea della versatilità di questo nuovo strumento:
Organizzazione eventi: dalla cena tematica ispirata al Romanzo dei Tre Regni alla prenotazione di catering per matrimoni, l’agente può pianificare, contattare fornitori e gestire le prenotazioni.
Shopping intelligente: ricerca su Etsy una lampada specifica secondo parametri precisi (prezzo, stile, valutazioni) e fornisce i link diretti per confrontare le opzioni.
Pianificazione viaggi di gruppo: “seleziona resort entro un raggio di due ore da Bangkok con ristorazione farm-to-table e attività ricreative, verificando la disponibilità per 40 persone.”
Analisi di mercato e creazione presentazioni: “incrocia dati da fonti come Speedtest e Cable.co.uk per valutare l’accessibilità della banda larga in diversi Paesi, crea slide per ciascuno e una sintesi comparativa.”
Il vero punto di svolta è che non si limita a suggerire, ma esegue: può procedere con il checkout su un sito di e-commerce, fissare un appuntamento o generare una presentazione pronta da scaricare.
Il rovescio della medaglia è che, essendo i compiti complessi e articolati, diventa più difficile valutare la qualità dei risultati e la presenza di allucinazioni. Siamo sicuri che i resort scelti a due ora da Bangkok siano quelli che corrispondono meglio ai nostri criteri? E l’analisi di mercato sulla banda larga sarà accurata?
Questo del resto vale ogni volta che deleghiamo un lavoro a qualcun altro, perché di fatto è “delegare” quello che stiamo facendo con l’agente di ChatGPT. La differenza rispetto a un essere umano è che l’IA non ha alcuna “coscienza” dei suoi errori e il grado di fiducia che possiamo maturare nei confronti di un collega che collabora con noi da anni difficilmente potrà essere raggiunto da una intelligenza artificiale. Almeno per ora.
Con l’arrivo di uno strumento così potente, OpenAI ha messo in chiaro fin da subito che la sicurezza è una priorità. L’agente di ChatGPT non agisce mai in autonomia su attività sensibili: ogni operazione che coinvolge dati personali, pagamenti o invio di email richiede un consenso esplicito da parte dell’utente.
Inoltre, l’agente è progettato per rifiutare compiti ad alto rischio, come transazioni finanziarie, consulenze legali o azioni dannose. Quando riceve richieste ambigue o potenzialmente pericolose, avverte l’utente e mantiene sempre l’umano al centro del controllo.
Per via delle sue capacità avanzate, l’agente adotta le misure di sicurezza previste per i rischi elevati, come quelli in ambito biologico o chimico. Anche se non ci sono prove che il modello possa essere usato per scopi pericolosi da utenti non esperti, OpenAI ha deciso di agire in modo prudenziale, integrando:
modellazione avanzata delle minacce,
classificatori attivi per rilevare usi impropri,
sistemi di monitoraggio in tempo reale del ragionamento,
pipeline di intervento pronte a bloccare comportamenti indesiderati.
Si tratta del sistema di sicurezza più completo mai sviluppato finora da OpenAI. Non ci resta che fidarci, no?
Quando arriva in Italia?
Il lancio è partito dal Regno Unito, ed è attualmente disponibile per gli utenti Pro, Plus e Team. In Italia, OpenAI è ancora in attesa di completare alcune revisioni normative, e annuncerà presto una data ufficiale per l’attivazione anche nel nostro Paese.
Per ora, dunque, possiamo solo osservare il rollout internazionale, ma tutto lascia pensare che il debutto italiano non sarà lontano.
La corsa all’AI continua insomma a “correre”, letteralmente, e per quanto sia bello vederne i rapidi progressi, non possiamo fare a meno di chiederci se a volte non sarebbe meglio fare una pausa, prendere un bel respiro, e riflettere un po’, prima di andare avanti. Sia mai che ci trovassimo ad aver fatto il proverbiale passo più lungo della gamba.
L’articolo Cosa può fare il nuovo agente di ChatGPT al posto nostro: è un organizzatore di eventi, un personal shopper e tanto di più sembra essere il primo su Smartworld.