Prima di capire come suona e come si comporta, diamo un’occhiata a cosa ha dentro (e fuori) questa soundbar: non solo altoparlanti, ma anche un vero cervello da media box Android TV.
Hardware
Sotto il cofano c’è un Amlogic S905X4, un quad-core ARM-A55 più che collaudato per lo streaming, affiancato da 4 GB di RAM DDR4 e 32 GB di memoria interna per app e dati. Non siamo di fronte a un mostro da gaming (tanto il gaming su Android TV non esiste per carenza software), ma è comunque un hardware decisamente superiore alla media, soprattutto per il quantitativo di memoria.
Trattandosi di un dispositivo più ampio della media dei TV box, è lecito aspettarsi un buon numero di porte e infatti siamo accontentati. Sul retro infatti si trovano:
HDMI 2.1 con supporto eARC e HDCP 2.3 (quindi audio lossless verso la TV e viceversa),
USB 3.0 per collegare hard disk o chiavette,
SPDIF ottico (in) per l’audio,
Ethernet RJ-45 10/100 per chi preferisce la rete cablata,
Ovviamente non mancano Wi-Fi 5 dual band in configurazione 2T2R, cioè con due canali per trasmettere e due per ricevere, così da mantenere lo streaming stabile, e Bluetooth 5.0. In ogni caso, da questo punto di vista, potevano essere impiegati standard un po’ più moderni.
Software
A gestire il tutto c’è Android TV 12 con patch di febbraio 2025 e certificazione Netflix. Per i contenuti, c’è compatibilità con HDR10+, HDR10, HLG e Dolby Vision, così da sfruttare al massimo anche i TV più moderni. Sul fronte audio abbiamo anche il Dolby Atmos, ma di questo parleremo meglio nel capitolo dedicato.
Il telecomando del Mecool KS3 è più ampio della media dei TV box, perché oltre a tutti i classici pulsanti per interagire con l’interfaccia di Android TV ci sono anche quelli per controllare il televisore collegato via HDMI, inclusi i tasti colorati per i menu interattivi delle emittenti TV.
Il telecomando in sé è leggero, in plastica opaca, con un design standard nella parte Android TV e un po’ sacrificato in quella per il digitale terrestre (nel senso che i numeri sono molto piccoli). I tasti sono morbidi alla pressione, con un clic ben riconoscibile e con la solita disposizione: cerchio direzionale al centro, tasto Home e Back subito sotto, e in basso i pulsanti dedicati ai principali servizi di streaming. E il tasto col razzo? Quello è programmabile: lo potete associare al lancio dell’app che preferite.
Ovviamente c’è anche il microfono integrato per richiamare Google Assistant. Il ricevitore vocale è preciso, ma come sempre la qualità della risposta dipende più dalla velocità di rete e dal riconoscimento di Google che dall’hardware del telecomando stesso. Ed è inutile ribadire che non vediamo l’ora che Assistant lasci il passo a Gemini.
Un piccolo appunto: niente retroilluminazione dei tasti, nemmeno su un modello di punta come questo. Sta diventando quasi inutile sottolinearlo ogni volta, perché non è l’eccezione, ma la regola.
Mecool KS3 è una soundbar a otto speaker totali: due tweeter per le alte frequenze, due driver mid-low per le medie e basse, e quattro radiatori passivi per dare più corpo ai bassi senza aggiungere un subwoofer esterno.
Il supporto a Dolby Atmos promette un suono spaziale, e in effetti con i contenuti compatibili la scena sonora si apre un po’, anche se la fisica impone dei limiti: l’effetto “sopra la testa” è percepibile, ma non certo da cinema né paragonabile a soluzioni “non virtuali” come questa.
Il Mecool KS3 non ha infatti altoparlanti up-firing (quelli orientati verso il soffitto per rimbalzare il suono e creare appunto l’effetto “dall’alto”), né tanto meno un sistema di diffusione a più unità separate. Quello che fa è usare elaborazione digitale del segnale (DSP) per simulare l’effetto Atmos, sfruttando gli otto driver frontali/laterali per dare l’illusione della spazialità e dell’altezza. Questo aiuta anche nella separazione dei suoni, ma non va comunque confuso con il vero Dolby Atmos.
Ci sono anche alcuni preset tra i quali scegliere, incluso uno personalizzato, ma volendo è possibile disabilitare del tutto questa funzione, tornando a un’equalizzazione piatta (non possiamo però agire manualmente sull’equalizzatore):
Film
Musica
Gioco
Notte
Voce
Utente
La modalità utente consente di regolare il dialogue enhancer, il bass enhancer, il Mi Steering (una modalità di elaborazione audio per ampliare e direzionare il campo sonoro) e il leveler per armonizzare il volume. Possiamo anche regolare il livello di virtualizzazione del suono, ma ha senso farlo solo per contenuti Dolby Atmos, sennò l’effetto risulta troppo artefatto.
In modalità film, che è la predefinita, alcuni dialoghi risultano un po’ sovrastati dalla colonna sonora, tanto che è necessario ricorrere al dialogue enhancement, anche solo a livello basso, per distinguere meglio le voci, soprattutto quelle acute / femminili.
Le basse frequenze tendono infatti a essere un po’ dominanti in questa modalità, per quanto non profondissime: per un salotto di medie dimensioni va benissimo, ma per chi vuole far tremare i muri servirà un sub dedicato, che Mecool vende a parte, volendo anche assieme a un paio di satelliti laterali. Con una configurazione del genere la resa dovrebbe cambiare drasticamente, ma cambia anche il prezzo, come vedremo.
In generale, rispetto agli altoparlanti integrati di una TV di fascia medio-bassa il salto è netto: maggiore chiarezza, maggiore fronte sonoro e soprattutto un volume massimo che non distorce facilmente. Ma del resto ciò vale per tante soundbar in questa fascia di prezzo.
Chiariamo infine un dettaglio importante: la soundbar può essere usata come tale anche senza Android TV accesso, in modo da ravvivare l’audio del televisore con la visione dei canali del digitale terrestre. Oppure possiamo riprodurre audio via Bluetooth. È insomma un dispositivo versatile, al di là della sua parte Android.
E il video?
Mecool KS3 gestisce senza problemi lo streaming in 4K HDR e supporta HDR10+, HDR10, HLG e Dolby Vision. La resa ovviamente dipende tutta dal pannello del televisore a cui sarà collegato, ma sul suo fronte c’è tutto quel che occorre, sia dal punto di vista dei codec, che con funzioni quali l’adattamento alla frequenza dei fotogrammi e la priorità al tipo di HDR che preferiamo
Le app di streaming principali (Netflix, Prime Video, Disney+, YouTube) girano bene in 4K, senza blocchi o cali di frame, e lo stesso vale per la riproduzione di contenuti locali, compresi i video H.265 a bitrate elevato. L’unico collo di bottiglia può essere la rete cablata a 100 Mbps, che non è un problema per lo streaming classico, ma può diventarlo con file 4K molto pesanti via LAN. Paradossalmente una buona rete Wi-Fi risulta migliore.
I tempi di apertura sono nella norma per un dispositivo di questa fascia e l’interfaccia Android TV resta fluida anche dopo un po’ di multitasking, che grazie ai 4 GB di RAM ha maggiore respiro che nel classico TV Box. Idem dicasi per i 32 GB di storage, dei quali circa 27 a disposizione dell’utente, che non limitano certo il numero di app che andremo a installare.
Peccato per l’assenza di Google TV: l’interfaccia stock di Android TV gli somiglia, ma non è la stessa cosa in termini di semplicità e navigabilità.
Mecool KS3 ha un prezzo di listino di 249€, che possono salire a 463€ nella versione con subwoofer e 2 satelliti, oppure 355€ per il solo sub. Aliexpress prova a venirci incontro, ma ci riesce solo marginalmente.
Lasciando da parte questi bundle che non abbiamo provato, dobbiamo comunque considerare che qui non paghiamo solo per l’audio, ma anche per un media box Android TV certificato integrato (che da solo potrebbe costare almeno sugli 80€ se preso separato).
C’è però anche uno svantaggio di fondo nell’avere una soluzione integrata come questa. Se colleghiamo il KS3 a una TV di fascia medio/alta perché magari non siamo soddisfatti della sua parte software, di fatto lo stiamo relegando a una soundbar di fascia medio-bassa (a meno di non prendere uno dei bundle superiori, con prezzo superiore).
Viceversa, se usiamo il KS3 su una vecchia TV il miglioramento sarà netto, ma chi è che spenderebbe 250 euro per rivitalizzare audio e software di un televisore che avrà comunque un pannello datato? Con quella cifra forse conviene prima aggiornare la TV stessa!
Siamo insomma in una terra di mezzo che circoscrive un po’ questo prodotto e forse spiega come mai Amazon, Google o chi per loro non si siano buttate prima su qualcosa di simile. In ogni caso, quando c’è libertà di scelta per noi utenti, perché dovremmo lamentarci?
Il sample per questa recensione è stato fornito da Mecool, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario. Qui trovate maggiori informazioni su come testiamo e recensiamo dispositivi su SmartWorld.
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