Negli ultimi anni si è parlato sempre di più di fotovoltaico da balcone, una soluzione pensata per chi non può installare un impianto tradizionale sul tetto ma vuole comunque ridurre i consumi e abbassare la bolletta. In questo articolo vi raccontiamo la nostra esperienza dopo un anno di utilizzo di un sistema completo con pannelli, inverter e batterie, spiegando cosa funziona bene e dove invece emergono dei limiti.

Il nostro impianto è basato su prodotti Anker Solix e ci ha permesso di monitorare da vicino produzione, risparmio, aggiornamenti software e gestione quotidiana. Non si tratta di un test da laboratorio, ma di un utilizzo reale, con tutte le complessità di una casa abitata ogni giorno. Vi consigliamo di leggere qui la nostra recensione completa prima di proseguire con la visione del video.

Come funziona il fotovoltaico da balcone

Il cosiddetto fotovoltaico da balcone non richiede grandi opere né permessi complessi. L’installazione può essere fatta anche in terrazzo o in giardino e prevede una presa dedicata che collega l’inverter al quadro elettrico domestico. Una volta completata la messa a norma da parte di un elettricista, il sistema inizia subito a fornire energia alla casa.

La logica è semplice: i pannelli catturano l’energia solare, l’inverter la trasforma e la immette nella rete domestica. In questo caso la potenza massima gestibile è di 800 W, un limite imposto dalla normativa per questa categoria di impianti. Per massimizzare l’efficienza è fondamentale valutare esposizione e ombreggiamenti, che influenzano enormemente la produzione durante l’anno.

Il vantaggio di una soluzione compatta come questa è la rapidità con cui si può mettere in funzione e la possibilità di integrare batterie di accumulo, che permettono di utilizzare anche di sera parte dell’energia raccolta di giorno.

Produzione reale e risparmio dopo un anno

Dopo dodici mesi di utilizzo, il sistema ha mostrato in modo evidente le differenze stagionali tipiche del fotovoltaico. Nel mese migliore, giugno, siamo arrivati a circa 258 kWh prodotti, mentre in dicembre la generazione si è fermata a soli 20 kWh. Questo significa che la produzione può variare anche di oltre dieci volte a seconda della stagione e della posizione dei pannelli.

Nei periodi estivi, con tre pannelli da 540 W e uno pieghevole da 300 W, siamo riusciti a toccare punte di 10 kWh al giorno, mentre in inverno la resa è stata molto più bassa. Sommando tutti i dati, il risparmio complessivo si aggira attorno ai 400-450 € all’anno, con un potenziale stimato di oltre 600 € se si aggiungesse un pannello in più e se l’esposizione fosse ottimale.

Il dato più importante è che, anche in condizioni non ideali di esposizione, il fotovoltaico da balcone riesce comunque a coprire i consumi di base della casa, come standby degli elettrodomestici, frigorifero e modem. Con elettrodomestici moderni, anche cicli di lavatrice e lavastoviglie rientrano nella potenza disponibile di 800 W, seppur con qualche picco che richiede l’integrazione dalla rete.

Nel complesso, i numeri confermano che, se ben dimensionato, un sistema da balcone può portare a un risparmio concreto in bolletta, anche se lontano da quello di un impianto fotovoltaico tradizionale.

Costi, incentivi e convenienza

Il punto cruciale per valutare il fotovoltaico da balcone è sempre il rapporto tra investimento iniziale e risparmio annuo. Nel nostro caso, un sistema completo come quello testato ha un prezzo compreso tra i 2.000 e i 4.000 €, a seconda del numero di pannelli e batterie scelti. Le batterie di accumulo sono la parte più costosa e spesso non conviene esagerare: meglio dimensionarle in base all’energia realmente consumata.

Grazie agli incentivi e alle detrazioni fiscali, il costo può scendere sensibilmente, riducendosi anche a circa 1.000-2.000 € netti. Questo significa che, con un risparmio annuo stimato di 400-450 €, l’ammortamento può variare tra i 5 e i 10 anni, a seconda del prezzo d’acquisto e dell’effettiva esposizione dei pannelli.

Al di là del calcolo economico, la convenienza dipende anche dalle abitudini di consumo. Chi concentra gran parte dei consumi di giorno può sfruttare direttamente l’energia prodotta, mentre chi consuma soprattutto di sera dovrebbe prevedere più batterie, aumentando i costi. In ogni caso, il limite degli 800 W immessi in rete rimane la barriera principale di questo tipo di impianto.

Per chi non ha la possibilità di installare un fotovoltaico tradizionale sul tetto, il sistema da balcone rappresenta comunque una soluzione valida per ridurre la dipendenza dalla rete e sperimentare la produzione autonoma di energia solare. Per scoprire di più sui prezzi e sui prodotti che abbiamo testato noi potete fare riferimento al sito di Anker.

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